Funzioni
€ 14,00
In Stock
Ivan Raversi รจ un quarantenne ancora costretto a vivere con i genitori, a mendicare affetto e a barcamenarsi nella ricerca di unโoccupazione. Un nuovo impiego รจ lโoccasione per risolvere tutti i suoi problemi. Ma a che prezzo? Ambientato in una cittร -laboratorio โ isolata ed esausta, vigilata e incasellata in protocolli molto rigidi โ questo romanzo, tra distopia e metafora del presente, racconta il nostro tempo stretto nella morsa della precarietร esistenziale, dellโedonismo, dellโeccessivo controllo delle nostre vite e del confine sempre piรน invisibile tra pubblico e privato.
chili di libri –
Perennea, cittร immaginaria in un futuro non troppo lontano. ร una cittร chiusa, si puรฒ uscire solo con un permesso e nessuno vi รจ mai entrato. Ma รจ meglio cosรฌ, dato che fuori, stando alle notizie che danno in televisione, vige il caos, lโinferno: guerre, epidemie, povertร , nessuno รจ al sicuro. Ma nemmeno a Perennea se la passano molto bene e qualcuno ha iniziato a mettere in discussione il sistema. Si incontrano, discutono, progettano un nuovo modello economico. Ma non Ivan. Lui no. Lui accetta la situazione, gli sembra che in fondo, nonostante sia senza lavoro, viva ancora coi genitori e non abbia prospettive, non si stia cosรฌ male. Lโalternativa proposta dal suo amico Piero non รจ praticabile, non ha senso. Ogni economia si basa sul denaro, sulla domanda e sullโofferta, e il pagamento non puรฒ che avvenire coi soldi, non certo con lo scambio di favori. Non si va da nessuna parte con quelli, non si puรฒ mangiare nรฉ acquistare ciรฒ che serve.
Oggi il primo prodotto, la prima cosa che viene venduta e comprata sono le persone, la nostra dignitร . Io non voglio essere comprato: รจ un ricatto, Ivan, un brutto ricatto. Dobbiamo smettere di accettarlo. Le cose cambieranno.
Gli vuole bene Piero, sono amici, cerca di mostrargli ciรฒ che รจ la loro vita, ma a Ivan va bene cosรฌ, non vuole cambiare. LโAgenzia, che monopolizza ogni attivitร e impresa allโinterno di Perennea, sa quello che fa.
Finalmente Ivan ha un lavoro fisso e ben retribuito. A nulla valgono le parole del suo amico: nulla รจ piรน importante dei soldi che gli permettono di vivere come vuole, comprare ciรฒ che vuole, senza piรน limiti. Poco importa il genere di lavoro, lui รจ bravo, si impegna, segue le direttive. Finchรฉ qualcosa va storto. E allora si rende conto che quel sistema รจ malato, che non va bene, che annulla le persone, le schiaccia. Ma รจ troppo tardi. Ha avuto tempo e modo per ribellarsi, per non adattarsi, per tentare qualcosa di diverso, ma non lo ha fatto. E ora ne paga le conseguenze. Ha accettato il sistema, nel bene e nel male, non รจ riuscito o non ha voluto vedere che cosa fosse realmente. Non cโรจ pietร per miopi e ingenui.
Ricordo, adesso ricordo, anche se cโรจ nebbia nei miei pensieri. Mamzen e le mie missioni.
โChiamami Ivanโฆ E qual รจ la mia nuova mansione?โ
โCaviaโ
Rimango interdetto, vagamente stupito: speravo di avere un ruolo piรน attivo, date le referenze del mio ultimo impiego.
โNon ricordo di aver dato lโautorizzazioneโฆโ
โLe clausole del suo contratto prevedono la possibilitร di utilizzarla come cavia per le ricerche dei centri sperimentali dellโAgenziaโ.
Non si leggono mai le clausole in piccolo.
Un distopico che ci ricorda dove viviamo noi, adesso. Una societร che cerca di chiudersi per preservare il proprio benessere, di tenere fuori le minacce, di gestire tutto in una sola direzione. Un pensiero unico omologato. Alcune persone che cercano di cambiare le cose, che si attivano, a fronte della maggioranza che accetta, sperando nella bontร della societร , nel fatto che la fortuna, prima o poi, gira per tutti. Forse.
Una societร , nel libro come nella realtร , dove si cerca di trasformare le insicurezze in opportunitร , come la precarietร .
โUn solo lavoro per tutta unโesistenza รจ una condizione demotivante. ร ampiamente dimostrato che variare attivitร con un certa frequenza mantiene alto il livello di vitalitร , concentrazione e ambizione.โ
Nonostante sia un distopico, non ne ha lโapparenza. Non cโรจ quella sensazione persistente di angoscia per la catastrofe imminente. Anzi, รจ piuttosto ironico in molti passaggi. Perรฒ nel leggerlo ho provato fastidio per Ivan, per la sua voglia di avere tutto e subito, senza pensare, senza riflettere, senza considerare lโaltro. La sua compulsione ad accumulare cose e complimenti, ammirazione e stupore nei suoi confronti. Cose vuote, senza futuro. Del resto รจ degno figlio di suo padre: un padre che รจ evidente non approvi le sue scelte, ma che non si fa problemi ad approfittarne.
Piero invece appare come un sognatore, un illuso, ma la sua figura รจ una boccata dโaria, una luce nel mare di spazzatura (letteralmente). Il futuro che vorremmo, qualcosa di nuovo, di diverso, di piรน umano.
Daniela