Bruciano disordini

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Finalmente in Italia l’opera di Pau Vadell i Vallbona.

Bruciano disordini è un libro che si fa cinema, di quello di una volta, in bianco e nero, perché i colori si sono spenti e resta solo sangue secco che ormai non brilla più – e allora intuiamo che la voce, i suoni, saranno i prossimi a perdere la loro ragione d’essere. Prima che anche loro si spengano, il poeta decide di lanciarli in alto, come dardi, perché si elevino e cantino in versi l’apocalisse che è già cominciata, proprio come con la vita, ogni volta, ha inizio anche la morte. Questi contrari non sono contrari né nemici, perché sono fatti della stessa pasta, hanno fermentato nello stesso catino. Un impeto di incomprensione riempie le parole di senso. Cosa dire davanti alla fine del mondo che ci minaccia? Cosa registrare in versi? Cosa fotografare, cosa temere, cosa celebrare? «La letteratura non arresta i salti, / li addolcisce». Nell’opera di Pau Vadell, Bruciano disordini è un ulteriore passo verso il precipizio, verso lo strapiombo che sembra cingere ogni azione umana. La riflessione è mortale e fa paura. Qualsiasi pensiero si scaglia contro una parete, alla fine. Ma il nostro poeta calza scarpe di ironia, stivali per passi lunghi e frenetici che nascondono piedi dorati come quelli degli aedi lontani che lo hanno preceduto e, nel mezzo della distruzione, disegna pietre, aquiloni, corteccia e fichi. «Fuoco al vento» e fuoco ai versi perché solo dura l’istante. Al tempo l’istante e alla letteratura il verso. «Quando finirà il mondo ne faremo delle belle. / Avremo imparato a ballare, conosceremo gli astri / ormai consumati dall’oscurità. / Ci palperemo la pelle senza complessi, / a pelo».

Pau Vadell i Vallbona (Calonge) è poeta, storico, traduttore ed editore di AdiA Edicions. Ha pubblicato più di quindici raccolte poetiche, tra le quali Sang Cremada (premio Vila de Lloseta 2014), Traït (premio Senyoriu Ausiàs March 2015), Esquenes vinclades (premio Jocs Florals de Barcelona 2017). Con Lucia Pietrelli ha tradotto in catalano Il miele di Tonino Guerra e con Lucia Pietrelli e Jaume C. Pons Alorda, Blues in sedici di Stefano Benni. Attualmente coordina le attività della Casa Blai Bonet, centro di poesia di Santanyí.

Author:Pau Vadell i Vallbona

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