Alla fine del 1600 a Napoli tanti, troppi liberi pensatori si dedicano allo studio dei fossili teorizzando l’esistenza di antichi organismi antecedenti alla biblica creazione di Adamo. 

Fra le rovine di una villa romana, alle pendici del Vesuvio, un curioso antiquario, Francesco Antonio Picchetti, trova il fossile di una elegante quanto inusuale conchiglia. 

Picchetti muore lasciando a Roberto Valturio, medico e anatomista, la conchiglia e il compito di decifrare gli appunti sul suo ritrovamento. A Valturio si unisce l’amico Nicola Gervasi. Man mano che gli appunti vengono letti, il sospetto che la morte di Picchetti non sia avvenuta per cause naturali si fa sempre più concreto. 

Un inquietante e obliquo messaggio affidato alle pagine di una rivista transalpina sembra voler metter in guardia gli scienziati su una minaccia letale. Sullo sfondo, implacabile la macchina della Santa Inquisizione a caccia di atei, eretici e scienziati. 

Alessandro Ottaviani, romano di nascita e formazione, insegna Storia della scienza presso l’Università di Cagliari; si occupa prevalentemente di Storia delle scienze naturali e dei suoi rapporti con l’antiquaria e con gli studi classici, e di Storia della biologia nel Novecento. Ha pubblicato: Stanze sul tempo. Sei variazioni fra rovine, fossili e vulcani (2017) e Stephen Jay Gould (2012). Appassionato di Robert Musil, ha curato l’edizione di suoi tre saggi: R. Musil, L’Europa smarrita. Tre saggi sull’illusorietà della razza e della nazione (2019).